”Le montagne non stanno mai ferme, sappiamo che si muovono, camminano, respirano, e non tutto può essere previsto dallo scienziato.
Giorgio dal Piaz
Il disastro del Vajont è un disastro ambientale causato purtroppo dall’uomo. Nel dettaglio, l’evento si verificò il 9 ottobre 1963 lungo il corso del torrente Vajont. Qualche anno prima, si era deciso di creare un bacino artificiale utile per la creazione di energia elettrica. Il disastro fu causato da una colossale frana dal soprastante Monte Toc verso le acque del bacino lacustre alpino realizzato appunto dall’omonima diga del Vajont.
La tracimazione dell’acqua contenuta nella diga, coinvolse i comuni di Erto e Casso (quindi sulle sponde della diga) mentre a valle Longarone.
La tragedia conta la morte di 1917 persone.
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte alla colpa dei progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino: dopo la costruzione della diga si scoprì, infatti, che essi avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l’ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, peraltro supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
”Che strano... Lo senti? Adesso si è fermato anche il vento...
Olmo Montaner
qui di seguito l’album fotografico, fatto durante la mia visita alla diga del Vajont